In “Yoga Sutra”[1], a proposito della capacità di scegliere, Patanjali (filosofo indiano vissuto nel II sec. a.C.) parla di “discernimento” intendendo con questo termine la strada maestra in un processo di guarigione e liberazione dalla sofferenza.

Il percorso è diviso in tappe, ognuna agganciata a domande specifiche che aprono a nuove consapevolezze. Il fine ultimo è attivare scelte, valutazioni e comportamenti che possano migliorare la qualità di vita.

La prima tappa corrisponde alla domanda: dove sono?

Dobbiamo comprendere cosa ci fa soffrire. Dobbiamo valutare cosa possiamo evitare e cosa è invece necessario accettare. Solo avendo chiaro il punto di partenza sarà possibile comprendere la direzione futura.

La seconda tappa coincide alla domanda: perché sto male?

Conoscere l’origine della propria sofferenza permette di fare chiarezza dentro di sé facilitando uno stato di maggiore calma.

La terza tappa corrisponde alla domanda: cosa scelgo?

E’ la responsabilità di scegliere un obiettivo, chiaro e preciso, realizzabile. Non importa se sia piccolo o grande. E’ fondamentale comprendere in che direzione spostare le nostre energie.

La quarta tappa coincide con la domanda: quali risorse interne ed esterne sono in mio possesso?

Si analizzano i mezzi che possono sostenere nel raggiungimento del nostro obiettivo.

Solo mantenendo presenza e lucidità su ognuna di queste fasi diventa possibile esercitare facoltà di discernimento. Si può capire, in ogni circostanza, quale possa essere la scelta più adeguata e funzionale.

Ma per affinare il lavoro occorre rinunciare innanzitutto all’illusione di essere arrivati.

L’equilibrio è il distillato di una mente aperta che osserva, che garantisce flessibilità e stabilità allo stesso tempo.

Una mente mai arrivata, piuttosto sempre in ripartenza.

Floriana Terranova


[1] Moors F., 2019, “Yoga – Sutra di Patanjali”, (traduzione dal francese all’italiano M. L. Congedo), Edizioni Mnamon, Milano.