Tutte diverse tra loro, qualcuna storta, in costruzione o ristrutturazione, generi architettonici differenti, in relazione tra loro.
Edifici bombardati, appartamenti rifiniti in ogni dettaglio, case appena svaligiate, altre abbandonate.
Alcune con crepe minacciose sui soffitti, mobili impolverati e oggetti di valore dimenticati.
Stanze vuote e altre piene di colori. Finestre spalancate con tende svolazzanti fuori e porte blindate inaccessibili.
Provviste di casseforti con combinazioni talmente semplici da non essere comprese.
Stanze piene di tappeti volanti arrotolati e pareti sepolte da foto.
Passaggi segreti, stanze mai aperte, scale scivolose.
Scrivanie piene di fogli vuoti. Macchie di inchiostro.
Lunghi infiniti corridoi, popolati da ricordi e fantasmi, cantine umide e soffitte assolate.
Case piene di bauli sigillati, fasci di luce e polvere, ninne nanne antiche in dialetto.
Piatti sbeccati, corredi conservati.
Case silenziose. Case porti di mare. Case grandi, case piccole.
Case tutte diverse ma ognuna con un odore unico, riconoscibile appena entriamo.
È l’odore del sugo la domenica, della candelina appena spenta sulla torta.
E’ l’odore del libro nuovo appena comprato.
E’ l’odore di scirocco d’estate e della brina di dicembre.
L’odore del caffè la mattina e del brodo la sera.
E’ l’odore del bucato appena steso e del forno appena acceso.
L’odore del fumo e del passato.
L’odore del freddo che ti sorprende dagli spifferi.
L’odore di un gatto addormentato.
L’odore di un limone appena sfregato.
L’odore delle parole dette o mai svelate…non importa, rimarranno per il resto della vita, dentro stanze, risuonando a un ritmo infinito.
Così sono le persone.
Floriana Terranova



