Mantenere tradizione significa passare parole, azioni, emozioni.
Ma se è vero che l’essere umano non è solo contenitore ma a sua volta contenuto, la materia della tradizione verrà introiettata, elaborata, metabolizzata, trasformata.

Ma ripetere la tradizione senza aggiungere la propria singolarità fa dell’essere umano una copia fotostatica non autenticata.

Affinché la tradizione possa sopravvivere bisognerà tradirla. Inevitabilmente.

Tradire la tradizione significa ri-pensarsi, aggiungendo, togliendo, scegliendosi sulla base di un passato vissuto in un presente che guarda il futuro.

Non a caso tradire e tradizione hanno la stessa radice: “tradĕre” ossia consegnare, passare.

Tradire la tradizione significa, nel suo senso etimologico più stretto, creare/passare a una nuova tradizione. Trarre il nuovo dall’antico e dall’antico far nascere il nuovo.

Il ricordo, l’immagine del passato viva nella sua sbiadezza, la luce e le ombre, i rimpianti, i rimorsi si trasformano in ciò che il presente custodisce ed esprime.

E l’identità respira, forte nelle radici, libera nell’essenza, nel suo lustro unico e irripetibile. Come da tradizione.

Floriana Terranova

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