Il modello SMART è stato sviluppato negli anni ’50 dall’economista P. Drucker e ha successivamente trovato diverse connessioni in ambito psicologico.

SMART è un acronimo utile, sintetico e preciso. Ci permette di riflettere sugli elementi strutturali di un cambiamento reale. Questo è fondamentale per il raggiungimento di obiettivi specifici.

E’ un modello che ci invita alla concretezza. Ci invita all’utilizzo di sé nel pieno rispetto di sé. Senza abusi ma anche senza sconti. E’ un metodo equo, giusto, ritagliabile su ogni singola persona.

Andiamo a conoscerlo più in dettaglio.

Ogni singola lettera è l’iniziale di un elemento specifico: partiamo dall’inizio!

S.

Con questa lettera ci si riferisce all’elemento della “specificità”.

Un obiettivo per essere un buon obiettivo necessita di specificità, deve essere preciso, concreto, ben definito e definibile.

Non è sufficiente dichiarare di voler stare meglio. Occorre definire nella specificità di ognuno di noi cosa significa esattamente “stare meglio”. In alcuni casi, ad esempio ciò potrebbe significare avere più tempo libero per sé in altri invece cambiare regime alimentare.

Non accontentavi delle prime risposte, siate precisi e chiari nella definizione dell’obiettivo. Come si suol dire chi ben incomincia è già a metà dell’opera.

M.

La seconda lettera fa riferimento alla “misurabilità”.

Nel percorso di concretizzazione dei nostri obiettivi abbiamo bisogno di scegliere dei parametri. Questi parametri sono una sorta di pietre miliari. Sono segnalazioni che ci indicano di aver intrapreso la strada giusta.

In altri termini si richiede che l’obiettivo o quantomeno le fasi che ci avvicinano ad esso, possano essere quantificabili.

Non è sufficiente darsi come obiettivo semplicemente uno stile di vita più salutare. Dobbiamo quantificare la trasformazione verso una condizione “più salutare”.

Ad esempio, a seconda delle situazioni ciò potrebbe significare fare movimento 2 volte a settimana per 2 ore ciascuna. In alternativa, potrebbe significare perdere quattro chili nell’arco di 2 mesi.

Abbiate riferimenti numerici in modo da non dovervi basare su interpretazioni soggettive.

A.

La terza lettera sta per “accessibilità”.

Un obiettivo per essere valido dovrà essere veramente raggiungibile. Occorre in questo senso una giusta e attendibile analisi delle proprie risorse interne ed esterne. Dobbiamo chiederci cosa di nuovo occorrerà imparare. Dobbiamo chiederci quali sostegni poter utilizzare. Bisogna valutare quali risorse personali sono già attive e quali inserire ex novo.

R.

La quarta lettera fa riferimento alla “rilevanza”.

L’obiettivo scelto deve essere rilevante, ossia importante e prioritario per noi.

Se è vero che ogni inizio è costituito da entusiasmo è altrettanto vero che, nel tempo, la motivazione diminuirà. Per questo motivo è determinante che l’obiettivo scelto sia realmente importante per noi.

Diversamente l’abbandono dell’impresa sarà dietro l’angolo.

T.

Infine l’ultima lettera sta per “tempo”.

Ogni obiettivo che si rispetti deve avere una scadenza. Ciò impedisce che la tentazione del procrastinare prenda il sopravvento. Questo ci illuderebbe di un cambiamento solo a parole.

Non bisognerebbe mai dimenticare che le risorse dell’essere umano non sono infinite. Ognuno di noi può realmente ricaricarsi realizzando ciò che ha desiderato per sé.

L’idea che ognuno ha di sé tiene vivo il desiderio. Tuttavia, il desiderio senza azione può trasformarsi in un boomerang depressivo.

Se terremo conto di questi criteri semplici ma precisi, scegliere potrà rivelarsi più naturale di quello che pensiamo.

Floriana Terranova

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