La mitologia greca racconta di Pan, un dio simile a un satiro con l’abitudine di apparire e scomparire all’improvviso nelle foreste. Ciò avveniva a scapito di chi osasse destarlo da uno stato di calma, silenzio e pace.

Da Pan arriva la declinazione “panico” poichè la prerogativa dell’attacco di panico è la stessa del dio: appare all’improvviso e apparentemente senza motivo.

L’aspetto della imprevedibilità costituisce inoltre uno dei fattori amplificanti i sintomi stessi del panico, primo fra tutti la dispnea.

Talvolta indicata come “fame d’aria“, la dispnea altro non è che un respiro corto, affannato, faticoso, difficile.

Armonizzare il respiro è essenziale per il benessere. Nei testi sacri dello yoga il Prana è il soffio vitale che anima ogni organismo vivente.

Si chiama pranayama un lavoro consapevole sul respiro. Questo può aiutare il sistema nervoso a funzionare in maniera più regolare. Da un punto di vista psicologico è un ottimo sostegno nella cura dei disturbi d’ansia.

Pranayama, il controllo del respiro

Un corretto equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica permette alle cellule di beneficiare delle proprie potenzialità. Una giusta respirazione aiuta a tenere la mente ripulita e sveglia. Facilita connessioni sinaptiche e il recupero di ricordi. Questi ricordi svolgono non solo una funzione comparativa, ma anche ispirante di copying.

Ciò ha dato modo alla psicologia e alla meditazione di trovare un punto di incontro: la dinamica del respiro.

Soprattutto, si sono studiati i benefici che ne possono derivare.

Come eseguire un Pranayama

Troviamo un luogo e un momento in cui è possibile garantire le condizioni della calma, senza essere interrotti o distratti.

Ci disponiamo in posizione facile o seduti con la schiena dritta. Il corpo è ben allineato. La testa è al centro delle spalle. Le mani sono appoggiate sulle ginocchia.

Ascoltiamo il respiro, ci sintonizziamo con la fase di inspirazione ed espirazione, per favorire il ritiro dell’attenzione su di sé.

Sentiamo l’aria fresca che entra attraverso le narici inspirando e contando mentalmente fino a tre. Rimaniamo in apnea inspiratoria contando fino a due e poi espiriamo contando mentalmente fino a cinque.

Possiamo iniziare mantenendo la pratica anche solo per un minuto per poi gradualmente aumentare nel tempo.

Se sopraggiungono distrazioni riportiamo gentilmente l’attenzione al flusso del respiro.

Floriana Terranova