Vanità di vanità….tutto è vanità“….così nel Qohelet, tra i libri sapienziali dell’Antico Testamento, viene citato.

Tutto è vano, nel senso di inafferrabile, inconsistente…difficile da decifrare.

Lo stolto come il giusto vanno verso lo stesso epilogo.

L’affanno sotto il sole non si fa garante di giustizia tra le cose degli uomini.

Ciò che ieri è accaduto domani si ripresenterà, nel ciclo infinito dei giorni, dei mesi, delle stagioni, degli anni…ogni cosa è destinata a ripetersi da una generazione all’altra.

Non c’è promessa, nessuna.

Invita a sperimentare, a provare tutto e il contrario di tutto.

Ricorda che c’è un tempo per ogni cosa. Accogliere il pianto nel momento della tristezza, la gioia nel momento della leggerezza.

Guai a trovarsi soli, meglio la compagnia per rialzarsi meglio dopo la caduta.

Un insieme di regole senza alcuna garanzia. Un insieme di domande senza alcuna risposta.

Questo è il Qohelet. Una lettura basata profondamente su un principio di realtà.

Una lettura che accompagna senza negare nulla.

Una lettura che non illude.

Una lettura franca, dura, a tratti spietata e cruda. Mai banale. Mai falsa.

E in questa presa di coscienza, il Qohelet parte da un punto assoluto: tutto è vano, effimero. Tu cosa farai davanti a questa realtà?

Ciò che sceglierai di fare, come deciderai di vivere farà la differenza tra un’esistenza e l’altra.

Non è forse questo dare senso alla propria condizione di essere umano?

Non significa forse trovare il senso della propria esistenza?

Qohelet è colui il quale parla ad un’assemblea, in ogni tempo, in ogni luogo. Sempre.

(F. Terranova)

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