Lo spazio precedente il divenire è ciò che chiamiamo attesa.

Questa parola che viene dal latino significa ad-tendere, ossia volgersi verso.

Perché volgersi verso impegna corpo e mente innanzitutto in un lavoro di ascolto e armonizzazione.

In questa parola si racchiudono mondi infiniti. Questi mondi includono il divenire, il progetto e il desiderio. Racchiudono anche la paura e l’entusiasmo. C’è la delusione postuma e il ricominciare poi.

Ma può essere quello dell’attesa veramente il tempo del divenire?

Riusciamo a concedere spazio al tempo e tempo allo spazio?

Riusciamo a contenere il bisogno spasmodico di sfuggire? Questo riguarda ciò che ancora non si definisce e richiede tempo di ascolto e verifica.

C’è sufficiente generosità d’animo per accogliere il tempo dell’attesa? Queste masse informi e scomode aspettano di essere forgiate nella nostra vita psichica.

Troppo abituati a raccogliere vasetti di marmellata dall’albero ci dimentichiamo la preziosità e il valore del processo trasformativo. Dimentichiamo anche la fatica insita in ogni cosa vera e importante.

Vivere l’attesa significa fare come i rabdomanti alla ricerca dell’acqua. Muoversi nel mondo con un ramo di ulivo tra le mani. Cercare ciò che ancora non vediamo, con fiducia e curiosità. Farlo con pazienza e concentrazione.

Quest’antica arte spiega quanto ciò che non si vede possa comunque scorrere liberamente a nostra insaputa.

E quando sentiamo l’acqua con determinazione lì, proprio lì, in quel punto preciso, lì la estraiamo.

E quel giorno si riscrive la propria storia.

Floriana Terranova

2 risposte a “Ascoltare il tempo dell’attesa”

  1. Avatar Daniela notarianni
    Daniela notarianni

    Ho trovato la tua riflessione sul l’attesa, interessante, l’immagine di tuo nonno rabdomante, che cerca l’acqua, è bellissima, poetica e incoraggiante, per noi che cerchiamo, ma non sappiamo bene cosa

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    1. Ma siamo in cammino…e questo è già prezioso Grazie 🙏

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